mercoledì 11 luglio 2012

COSTRUIRE CHE PASSIONE

Negli ultimi due anni ho trascorso un po' di tempo, a costruire alcuni componenti per la  sperimentazione della cella elettrolitica.In realtà ho cercato di spingermi oltre questo passaggio per vedere con i miei occhi se riuscivo ad innescare una piccola reazione di fusione fredda (almeno così la chiamano). Vi assicuro che alla fine non è poi così difficile, basta ingegnarsi ( usando un po' di cautela ) e con i materiali idonei si possono vedere delle cose incredibili.
Ma non vorrei anticipare troppo su questo dettaglio, anche perché bisogna prepararsi procedendo per piccoli passi.
Del resto come ci ha insegnato Galileo Galilei, solo attraverso il metodo scientifico è possibile raccogliere informazioni oggettive e affidabili per poi condividerle.
Certo con la sperimentazione che ho intrapreso, non ho intenzione di cambiare nessun dato scientifico assodato, bensì applicare alcuni concetti che non tutti conoscono chiaramente. Inoltre penso che molti tra noi, non hanno mai potuto partecipare a corsi di chimica per accedere a determinate conoscenze, che invece dovrebbero appartenerci, perché questo è l'intento della scienza. Divulgare la conoscenza appresa e ripetibile ovunque per tutti.
Ora però senza dilungarmi troppo allegherò alcune delle fotografie  realizzate, durante le varie fasi costruttive. 
Quella a lato è la primissima cella denominata di Joe, dal nome dell' inventore che ne verificò il funzionamento. Volete sapere se ha funzionato? La risposta è si, la prinma e bellissima soddisfazione che mi ha fatto capire quanta energia sia contenuta nell'acqua. Sì l'acqua, quella freschissima che usiamo la mattina, per lavarci la faccia e i denti.
Infatti immettendo un po' di acqua mischiata ad un elettrolita ( nel mio caso mi sono limitato ad usare bicarbonato di sodio comunemente chiamato sale da cucina ) la scatoletta alimentata con una tensione di 12V a 8A ( per quelli che non ne capiscono niente di elettricità, vi sto parlando della corrente fornita da una comune batteria d'automobile accesa ) è in grado di produrre un gas che si chiama OSSIDROGENO. Io la definisco la miscela perfetta tra ossigeno e idrogeno, detta anche gas Brown, formata da una molecola di ossigeno e due di idrogeno da cui HHO.Un mio amico Designer ha realizzato un logo che rappresenta brillantemente la sua struttura.La combustione di questo gas, genera una fiamma che raggiunge la temperatura di 2000 °C e posso confermarvi che ha un colore quasi trasparente con punta della fiamma tendente al  giallo-arancione.Mi stavo dimenticando, una cosa curiosa e fondamentale:
bruciando l'ossidrogeno otteniamo come risultato, acqua H2O, cioè roba pulita niente polveri sottili.
 Insomma guardate il filmato accanto e scusatemi se non sono stato abbastanza fermo cercherò di fare meglio in futuro, questa è stata la prima applicazione della mia cella elettrolitica.Mi raccomando non scherzate mai con il fuoco e se volete provare a vostra volta quello che ho fatto io, ricordatevi di lavorare con un gorgogliatore ad acqua, che spenga il ritorno di fiamma.Pronti partenza via, ho inserito tutto negli angusti spazi del motore a gasolio della mia Citroen C3 e ho iniziato a macinare chilometri e chilometri su e giù per la valle.Forse sono stato un po' incosciente, devo ammetterlo, perché ho rischiato di danneggiare il mio mezzo di trasporto, ma in fondo mi sono sentito così sicuro da mettere mano all'alimentazione elettrica sottochiave per fare accendere e spegnere parallelamente la cella con il motore.Ho inserito un relè di comando da 40A e ho intercettato nella centralina elettronica un fusibile che funzionasse con l'accensione.Ho applicato alla batteria un fusibile di protezione da 30A e cavi opportunamente sovradimensionati per evitare problemi di surriscaldamento, visto gli ampere in gioco.Intanto passavano i giorni e le prime settimane, non mi preoccupavo ancora di monitorare i consumi, volevo stabilizzare il funzionamento dell'apparato elettrico e così ho fatto, ma poi ho iniziato a documentare la percorrenza ( logicamente a parità di tragitto e pari condizioni ) e i relativi consumi.Così sono arrivati anche i risultati, sicuramente non entusiasmanti ma confortanti, perché con tanta applicazione sono riuscito ad ottenere un risparmio del 5%.
Ora ero spronato a migliorare il piccolo risultato, il mio obbiettivo era raddoppiare il risparmio e arrivare al 10% magari superarlo.Così ho pensato di realizzare una cella elettrolitica più potente in grado di produrre più gas.Così ho provato una soluzione diversa con lamierini di AISI 316L, che garantisse una produzione di circa 2 LT/1'.Grazie all' aiuto di qualche amico ho procurato il materiale spendendo pochi soldi, ho montato il tutto con un po' di difficoltà sopratutto per mantenere costante la distanza tra i dischi della cella durante la fase di montaggio (date un' occhiata alla foto della cella bloccata in morsa ) .
Comunque una volta risolto questo problema, ho rimontato tutto davanti al radiatore ricollegando anche i cavi elettrici.Ho acceso il motore e con mio stupore anche questa cella funzionava perfettamente.Volevo verificare subito la produzione di gas così ho immerso la canna di uscita del gas in una bottiglia piena d'acqua. Il risultato è stato impressionante, fuoriuscivano già a vista una quantità di bolle molto maggiore rispetto alla prima versione della cella. Mi sono messo subito in viaggio, ma qui sono iniziati i primi problemi.Infatti durante l'accelerazione aumentava l'amperaggio fornito dalla batteria oltre 30A, questo faceva saltare il fusibile di protezione, collegato direttamente al positivo della batteria.Quindi il circuito così come lo avevo concepito, non mi dava modo di accorgermi del momento preciso in cui bruciavo il fusibile.E' per questo motivo che ho deciso di inserire all'interno dell' abitacolo un piccolo interruttore on/off con annessa spia led.
In questo modo avevo la possibilità di accendere e spegnere la cella anche durante la marcia.inoltre la spia mi segnalava l' alimentazione e il conseguente passaggio di corrente all'interno della cella.Mi sono accorto subito che la nuova cella essendo moto potente, assorbiva altrettanta corrente dalla batteria fino a renderla purtroppo inutilizzabile per il mio scopo.In questa fase comunque il lavoro svolto, non è stato inutile, perché ho potuto vedere il fenomeno della corrosione elettrolitica che è in grado di aggredire in tempi molto rapidi anche un metallo nobile come l'acciaio inossidabile.Mi sarebbe piaciuto analizzare il comportamento di alcune piastre di Titanio, ma per questioni di reperibilità e soldi non sono riuscito.
Ma non mi sono fermato, siccome mi piace raggiungere gli obbiettivi, sono andato avanti e ho costruito una terza cella, che poi è quella che sto usando attualmente in macchina, di tipo DRY CELL o cella a secco.
Con questa sono riuscito ad abbassare l'assorbimento, siamo intorno ai 15A, inoltre lo smontaggio per manutenzione e pulizia, risulta molto semplificato.Per quanto riguarda il risparmio posso confermare un 7%, ma di questo vorrei parlare più approfonditamente nel prossimo post.
Spero di aver suscitato l'interesse di qualcuno e aspetto molti commenti anche per un sano confronto, ciao.

2 commenti:

  1. Non ci capisco un'acca, ma la lettura è stata appassionante. Nonostante il tuo invito non penso neanche lontanamente di provarci: so già che combinerei qualche grosso guaio, nonostante le tue indicazioni siano precise e accessibili anche a un incompetente.
    Leggerò volentieri il seguito annunciato.
    Per ora, un caro saluto.
    (Chiaramente se togli il captcha: a che ti serve?).

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  2. Ciao Gattonero, apprezzo davvero il tuo commento, lo so che non è proprio un argomento facile, ma quello che mi interessava, era suscitare l'interesse.
    Ti assicuro che con un po' di applicazione e possibile scoprire cose interessanti, no bisogna necessariamente modificare la macchina per capire le regole di determinati fenomeni.
    Anzi ti lascio questo link http://www.youtube.com/watch?v=QReevW-S4Cw&feature=player_detailpage sono io e con delle parti semplicissime reperibili in qualsiasi brico center, faccio vedere come realizzare una piccola cella.
    Se vuoi qualche consiglio sai come contattarmi, e se hai qualche amico interessato aal' argomento fammelo conoscere, è importante condividere, ciao.

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