giovedì 19 novembre 2009

Per tutti i sofferenti.

Buona sera, oggi vorrei parlarvi un p'ò di una cosa che prima o poi, colpisce tutti: la sofferenza.

Dal discorso di Silo fatto a PUNTA DE VACAS, MENDOZA, ARGENTINA 4 MAGGIO 1969:
"Soffri quando il dolore morde il tuo corpo. Soffri quando la fame si impadronisce del tuo corpo. Ma non soffri solo per il dolore immediato o per la fame che il tuo corpo sente; soffri anche per le conseguenze delle malattie che colpiscono il tuo corpo".

Non so se è facile farsi capire, ma vorrei provare a farlo a modo mio: in versi, perchè non ho mai provato prima, e siccome non voglio aver rimpianti questa mi pare l'occasione giusta.

SOFFERENTE

Ammalarsi e soffrire
aspettare che il tempo passi
senza poter reagire.

Come nell 'oscuro entrassi
la calma voglio e mi circonda,
ma l'animo mio e come se pestassi.

Non so dove stare la ferita è profonda
ora non sento pìù, sono stordito
accarezza la guancia, una lacrima immonda.

Dormo, ma non sono sfuggito
non c'è alcun ragionamento,
solo il cuore mi batte impazzito.

Ora che è così cruento,
le sue mani caldissime e assottigliate
mi danno forza di soppravvento.

Le tempie sono bagnate
è l'effetto dell' unguento,
le parti doloranti ora sento dominate.

Sono presente, mi muovo a stento.
E' lo specchio che mi guarda
e mi spiega il perchè del malcontento.

La speranza ora tarda,
ma una preghira è luce
per questa guarigione bugiarda.

E la malattia a cosa induce,
in tutti coloro che soffrono.
Non nella ragione, ma nell' anima riluce.



Sono grato a tutte quelle persone, che in questo periodo di malattia, mi sono state vicine, i miei parenti tutti, ma non dimentico Gianluca, Sandro, Luca M., Andrea, Luca P., Emilio, Dario, Amelio, Roberta, Jonathan, Fabrizio.
Sono vicino a tutti coloro che soffrono fisicamente e mentalmente, cercate sempre la luce che è già in voi.

sabato 7 novembre 2009

Addio Alda

Grande "SIMS", butto sempre un occhio al tuo blog e ragazzi li i sentimenti e le passioni si sentono veramente, ma l' ultima citazione mi ha lasciato veramente un graffio.

Mi riferisco alla poesia di Alda Merini, Veleggio come un'ombra.

Sai proprio in questi giorni la sua scomparsa ci ha turbato e allora stavo pensando a Lei, che con la sua vita è riuscita a tracciare un solco in questo mondo arido.

Le parole sono frivole, mi piacerebbe solo ricordarla come hai fatto tu, con una sua poesia:











A tutte le donne


Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso

sei un granello di colpa

anche agli occhi di Dio

malgrado le tue sante guerre

per l'emancipazione.

Spaccarono la tua bellezza

e rimane uno scheletro d'amore

che però grida ancora vendetta

e soltanto tu riesci

ancora a piangere,

poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,

poi ti volti e non sai ancora dire

e taci meravigliata

e allora diventi grande come la terra

e innalzi il tuo canto d'amore.